La città è fredda, di lunedì notte. Quando ti aggiri per le sue strade deserte, illuminate dalla spettrale luce dei lampioni, coi grigi palazzi che si innalzano verso il cielo come tetre torri di Babele, ti senti veramente come se fossi l’unico essere umano presente sulla faccia della Terra. Era così per noi, quella sera: per me, Kikko e Raffa. Ci sentivamo come tre fantasmi condannati a vagabondare per l’eternità tra le lapidi di un oscuro cimitero sperduto nel nulla.
Gli altri erano rimasti al pub, ad affogare i loro problemi ed il loro odio nel mare buio della Guinness. Ma per noi non era sufficiente. Avevamo bisogno di qualcosa di più eccitante per sfogare il nostro rancore.